Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il rogo di Berlino
Autore: Schneider Helga
Editore: Adelphi
Argomento: Storia
Anno: 1995, Pagine: 229
Autore
Helga Schneider è nata in Slesia ed è cresciuta in Germania e in Austria, paese di origine di entrambi e genitori. Vive a Bologna dal 1963 e scrive in italiano.
La storia
Protagonista e narratrice è l’autrice stessa che racconta la sua vita nella Germania nazista.
La vicenda inizia nell’autunno del 1941: la II guerra mondiale è già iniziata e l’Europa è travolta dall’avanzata tedesca. Da anni Hitler in Germania ha imposto la sua terribile ideologia che, con bombardante propaganda e una feroce repressione, ha ottenuto anche sostenitori convinti.
Uno di questi è proprio la madre della protagonista che abbandona la famiglia (marito e due figli, Helga e Peter) per arruolarsi nelle SS.
Il padre di Helga, artista e convinto antimilitarista è, suo malgrado, travolto dalla guerra e affida i due bambini a sua madre.
Helga sente molto la mancanza del padre e concentra su di lui tutte le sue attenzioni e le sue aspettative affettive.
Durante una licenza, l’uomo conosce Ursula con cui ben presto si fidanza: la giovane diventa così la matrigna di Helga e Peter.
Mentre Peter e Ursula vanno subito d’accordo, sono molto difficili i rapporti tra la donna ed Helga: la bambina si sente sempre più sola e senza affetti.
Addirittura Helga trascorre alcuni anni in collegio fino all’autunno del 1944: il suo ritorno a Berlino è traumatico perché la città subisce continui bombardamenti così Helga e la sua famiglia vivono praticamente in una cantina.
La fame, intanto, si fa sentire in tutta Berlino e la gente setaccia la città alla ricerca di qualcosa di commestibile; anche l’acqua scarseggia. All’arrivo dei russi, la situazione si fa ancora più terribile a causa delle violenze che i civili tedeschi devono subire.
La vicenda si conclude nella primavere del ’47 quando Helga, Peter e la loro matrigna lasciano Berlino per recarsi in Austria dove il padre di Helga aveva trovato lavoro e si era ricongiunto alla sua famiglia di origine.
Recensione
Il Romanzo procede con una narrazione piuttosto serrata degli avvenimenti, presentati attraverso il filtro del ricordo dell’autrice ma, evidentemente, ancora “freschi” in tutto il loro orrore, nella sua memoria.
La scrittura è indubbiamente coinvolgente come lo sono le vicende narrate che, secondo me, ci invitano a riflettere su alcuni aspetti della seconda guerra mondiale a volte poco sottolineati.
Infatti furono molti i tedeschi che, come gli ebrei o altri cittadini europei, subirono il nazismo, inoltre la seconda guerra mondiale portò sofferenze, tragedie e lutti anche al popolo tedesco. In particolare verso i civili tedeschi molti soldati russi furono violenti e feroci, come lo erano stati i soldati tedeschi verso i civili russi.
È un romanzo che, ancora una volta, ci ripropone l’orrore e l’inutilità della guerra e della violenza.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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Commenti - 1 presenti. Valutazione media: 9,00 / 10
Congiu Francesca (03/12/08)
Credo sia stato uno dei pochi libri che mi ha emozionato così tanto. Sono stati sottolineati gli aspetti più rudi, violenti e tristi della seconda guerra mondiale. Mi ha colpito davvero tanto quello che ho letto e lo consiglierei a tutti per far conoscere la vera realtà che ci ha caratterizzato nel passato. Angoscia, paura, ansia, solitudine hanno fortemente colpito i personaggi di questo libro...
Valutazione: 9 / 10