Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: La cavalcata dei morti

Autore: Vargas Fred

Editore: Einaudi

Argomento: Giallo

Anno: 2011, Pagine: 428


Autore
Fred Vargas è nata nel 1957 a Parigi, dove vive. Archeologa e medievista scrive gialli intensi e originali che le hanno permesso di ottenere numerosi premi


La storia
Un magnate dell’industria nazionale viene trovato bruciato vivo nella sua auto: del fatto è accusato un giovane un po’ ribelle e trasgressivo, Momò.
Adamsberg è certo dell’innocenza del ragazzo che non ritiene capace di simili gesti ma le autorità hanno bisogno, subito, di un colpevole.
Il commissario architetta un abile piano per salvare Momò e per indagare all’interno della famiglia del magnate dove, secondo Adamsberg, si nasconde il vero colpevole.
In modo del tutto particolare questa vicenda si intreccia con un’altra indagine.
Infatti, nei pressi di Ordebec, la giovane Lina ha visto di nuovo la schiera furiosa con 4 ghermiti, Lina ne ha riconosciuti tre: secondo una leggenda, che risale al Medio Evo, la schiera è formata da morti viventi che, al servizio del terribile sire di Hellequin, ghermiscono quegli individui che, macchiatisi di crimini, sono però sfuggiti alla giusta punizione.
Tra i ghermiti riconosciuti da Lina si trova un uomo noto nel paese per i suoi atteggiamenti violenti: è proprio lui la prima vittima di un efferato omicidio.
Gli altri due cominciano a tremare mentre tutto il paese si accanisce su Lina e sulla sua famiglia.
Il commissario Adamsberg si trasferisce in Normandia, affascinato dalla schiera e dal suo sire: forse vedrà anche lui la cavalcata dei morti viventi…


Recensione
Secondo me, assolutamente il migliore tra le numerose e pregevoli opere dell’autrice!
La trama è originale e avvincente, i personaggi sono trattati tutti con estrema cura; Danglard, Retancourt…ma anche altri minori, come il vicino di casa, Lucio, il figlio del commissario, Zerk (questi ultimi due presenti anche nell’ultimo precedente giallo) Leon…sono tutte figure assolutamente impeccabili.
Per non parlare poi della cura , della delicatezza e della simpatia con cui agiscono gli animali (nei confronti dei quali l’autrice è particolarmente sensibile): in questo romanzo, oltre al gatto del commissariato, quello che, come già sappiamo, dorme sulla fotocopiatrice, sono presenti il cane Flem e il piccione Hellebaud con un protagonismo gradevole e intelligente.
Del commissario Adamsberg sappiamo già tutto: è un originale “ spalatore di nuvole “ che, però, non arriva mai a fastidiosi eccessi, la sua originalità è spontanea e naturale, senza forzature.
I dialoghi e, più in generale, lo stile utilizzato presentano il meglio dell’autrice: ironia garbata ed eleganza si mescolano a sottili allusioni rendendo questo romanzo veramente un’opera d’arte.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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