Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: La guerra della fine del mondo

Autore: Vargas Llosa Mario

Editore: Einaudi

Argomento: Romanzo storico

Anno: 1983, Pagine: 588


Autore
L'autore è nato ad Arequipa, in Perù, nel 1936. Nel 2010 gli è stato assegnato il Premio Nobel per la letteratura: questo è il suo romanzo più famoso.


La storia
I fatti narrati si svolgono alla fine dell’800 nello stato della Bahia, in Brasile, dove, anche a causa di una prolungata siccità, si aggravano le condizioni di povertà della popolazione, sfruttata dai latifondisti del luogo.
Possibilità di sopravvivenza sono offerte dal mestiere di Jagunco, cioè “bravo” del fazendeiro, oppure, in alternativa, c’è la scelta del cangaceiro, cioè il bandito.
Da questa situazione, nella zona, alla povertà più totale si unisce la violenza più bestiale ed efferata.
In questo contesto compare, nel romanzo quasi dal nulla, Antonio Vicente Mendes Maciel, detto Antonio Conselheiro, il Consigliere, per i suoi seguaci.
Smunto e stracciato, con sandali da pastore e una logora tunica viola, con gli occhi che “ardevano di fuoco perpetuo”, attraversa, sempre a piedi, villaggi e paesi: ascolta le miserie e le sofferenze, consola, esorta, invita a restaurare le chiese , a curare i cimiteri e intanto predica ai poveri che si riuniscono intorno a lui, parlando di “cose attuali, concrete, inevitabili come la fine del mondo e il giudizio universale”
Seguito da un gruppo sempre più numeroso, il Consigliere si stabilisce a Canudos dove accorrono, da ogni luogo, poveri e affamati che vedono, attraverso le sue parole, una possibilità di riscatto, la stessa che tocca il cuore anche dei cangaceiro più terribili come Joao Abade o Joao Grande.
Nasce così a Canudos una comunità basata sulla condivisione dei beni, sulla preghiera, sulla fede, pervasa di misticismo e visioni millenaristiche.
E’ la comunità del Buon Gesù del Belo Monte, che arriva a comprendere circa 20.000 persone.
Il Consigliere, oltre a predicare la salvezza dell’anima, si scaglia anche contro la neonata repubblica brasiliana, considerando leggi del demonio quelle che, ad es., riguardano il matrimonio civile: per questi motivi, considerata strumento in mano ai nostalgici della monarchia, la comunità viene attaccata dalle forze militari che sono sconfitte da poveracci armati di sassi e bastoni.
Un secondo attacco, con un dispiegamento incredibile di forze e con l’uso di cannoni, costringe gli abitanti di Canudos ad organizzarsi in modo più efficiente: pronti al totale sacrificio di sé in nome del loro ideale, sono massacrati durante la cosiddetta guerra “de Canudos”, uno degli avvenimenti più atroci della storia brasiliana.


Recensione
Questo splendido romanzo di Vargas Llosa trasferisce nel genere romanzesco avvenimenti storici oggetto di studio e di analisi da parte di numerosi studiosi.
L’autore rimane narratore nascosto, non espone i suoi punti di vista e lascia che fatti e personaggi vivano da sé, autonomi ed indipendenti dallo scrittore, anche se traspare la sua simpatia per i deboli.
Questa tecnica narrativa rende, ad ogni modo, il lettore ancora più coinvolto nel susseguirsi delle vicende in quanto chiamato ad interpretare, a dare un senso, un significato o, se possibile, un giudizio.
Il significato della storia di Canudos è il tentativo, fallito, di un riscatto per quelli che il Manzoni definiva “gli ultimi secondo la scala del mondo” e che oggi lo sono ancora, visto che la caduta di Canudos è emblema dell’universale sconfitta dei diseredati nella loro ricerca di una condizione migliore.
Tutto questo viene narrato con una straordinaria abilità, non solo tale da coinvolgere ma anche tale da stupire e affascinare il lettore che si trova di fronte un romanzo storico sullo stesso livello di altri grandi capolavori della storia della letteratura internazionale: personalmente, è il più bel romanzo storico che abbia mai letto.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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