Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il falco di Svevia
Autore: Borddihn Maria R.
Editore: Tropea
Argomento: Romanzo storico
Anno: 2005, Pagine: 473
Autore
Maria R. Borddihn, nata in Sudafrica ma di origini europee, vive a Ginevra. Linguistica e traduttrice è rimasta colpita dalla figura di Federico II, l’ultimo grande imperatore del Medioevo, di cui, in questo romanzo, ripropone la vicenda umana e politica.
La storia
il 26 dicembre 1194, a Jesi, nella Marca Anconetana, nasce Federico. La madre, Costanza di Altavilla, ultima erede del regno dei Normanni, era andata in sposa all’Imperatore Enrico IV in seguito all’intelligente politica matrimoniale del Barbarossa.
Enrico, da Palermo, chiede alla moglie di lasciare la corte tedesca per tornare in Sicilia allo scopo di placare, con la sua presenza, le prepotenze dei baroni siciliani. Durante il viaggio, però, con un certo anticipo, arrivano le doglie del parto che costringono Costanza a fermarsi a Jesi e qui, nella piazza del Duomo, nasce il futuro Imperatore.
Il romanzo, con precisione storica, ripercorre le vicende che vedono Federico prima Re di Sicilia poi Imperatore; i suoi contrasti con il potere baronale, con i Comuni, con le feudalità tedesche e più gravi, con il Papato (fu anche scomunicato). Vengono poi narrate le vicende dei suoi matrimoni e dei suoi amori, i contrasti con il figlio Enrico, le amicizie sincere (Bernardo e Manfredi) fino alla tragica fine, forse per avvelenamento, assistito dall’amato figlio Manfredi e dal fedele amico Bernardo.
Recensione
Il romanzo presenta una attenta ricostruzione storica ma il ritmo serrato delle vicende non la rende assolutamente pesante o noiosa.
È veramente molto bella la figura di Federico II: in particolare l’autrice mette in luce il suo sogno, quello di realizzare un Impero universale fatto di pace e giustizia.
A questo sogno l’Imperatore dedica la sua vita e le sue energie.
Amante della cultura, curioso di fronte alla novità, tollerante verso fedi diverse, attento ai bisogni del suo popolo, animato da un profondo senso di giustizia, lo “stupor mundi”, nostro illustre concittadino, ha veramente molto da dire anche nei nostri tempi.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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