Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Gli assassini

Autore: Kazan Elia

Editore: Ferro

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 1972, Pagine: 462


Autore
Elia Kazan,all’anagrafe Elias Kazanjoglou, (1909-2003)è un regista e produttore cinematografico statunitense di fama mondiale: è autore anche di alcuni romanzi attraverso i quali viene delineato un affresco della società americana di quegli anni.


La storia
Le vicende si svolgono nel New Mexico, nella base aeronautica Collins.
Il sergente maggiore Cesario Flores vive all’interno della base insieme alla sua famiglia: la figlia maggiore, Juana, ha da poco lasciato la casa paterna per unirsi ad un gruppo di hippies che hanno creato una piccola comunità vicino al deserto.
Il libero amore, l’utilizzo di droghe, la trasgressione evidente già dal loro aspetto non sono accettati da Flores che cerca di convincere la figlia a tornare a casa.
Inizialmente la figlia obbedisce ma poi, convinta dal suo ragazzo, Vinnie, vorrebbe ritornare nel gruppo.
Allora Flores, dopo aver invitato Vinnie a casa sua, lo uccide e, insieme a lui, uccide anche un suo amico che lo aveva accompagnato.
Arrestato, Flores deve essere processato per duplice omicidio ma, a cominciare dallo stesso giudice, nessuno è convinto della sua colpevolezza, la stessa comunità sociale in cui vive giustifica il gesto in quanto si ritiene compiuto a difesa della famiglia e di quei valori condivisi nei confronti dei quali gli hippies costituiscono una minaccia.
Michael, amico di Vinnie, non solo è convinto della colpevolezza di Flores, ma è anche l’unico a rendersi conto del fatto che il processo è, in realtà, una farsa per condannare gli hippies quindi cerca, in tutti i modi, di difendere e sostenere la verità, accettando di sfidare anche il potere militare.


Recensione
Il romanzo costituisce un affresco delle lacerazioni presenti nella società statunitense degli anni ’70: da un lato il potere e gli schemi borghesi, dall’altro la protesta anarchica e trasgressiva degli hippies.
Questi ultimi, con la loro carica eversiva, rappresentano una minaccia, per questo va condannato ogni loro atteggiamento.
Eppure è senza dubbio a questi che va la simpatia dello scrittore che evidenzia i loro limiti e gli eccessi gratuiti ma anche la positività di talune scelte e, soprattutto, l’originario bisogno di autentico che è alla base del movimento stesso.
Le pagine scorrono con un ritmo serrato e la scrittura sapiente dell’autore delinea personaggi molto vivi che riflettono i vari aspetti e le numerose contraddizioni della società di quel periodo.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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