Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: In difesa di Jacob
Autore: Landay William
Editore: Timecrime
Argomento: Giallo
Anno: 2012, Pagine: 540
Autore
W. Landay si è laureato in giurisprudenza a Yale ed è stato a lungo procuratore distrettuale.
E’ autore di romanzi di successo: attualmente vive e lavora a Boston.
La storia
La tranquilla e agiata cittadina di Newton viene scossa da un crimine efferato: un ragazzino di 14 anni, Ben Rifkin, viene trovato ucciso a coltellate nel parco che ogni mattina attraversava per andare a scuola.
Del caso si occupa il primo vice procuratore, Andy Barber, conosciuto per la sua competenza e affidabilità.
Fin dall’inizio il caso si presenta difficile per l’assenza di indizi che possano condurre all’assassino.
Vengono interrogati anche i compagni di scuola di Ben, tra cui c’è anche Jacob, il figlio, anche lui quattordicenne, di Andy.
Proprio Jacob, anche per affermazioni espresse da diversi studenti su Facebook, viene accusato del crimine.
La famiglia, assolutamente convinta dell’innocenza di Jacob, si trova così ad affrontare, da un giorno all’altro, una situazione terribile di cui, in particolare, risente Laurie, la moglie di Andy, anche in seguito a rivelazioni dello stesso Andy riguardo a precedenti criminali nella sua stessa famiglia.
Jacob deve subire un processo: anche il padre contribuisce alla preparazione della difesa mentre, con l’aiuto di una psichiatra, i genitori cercano di rispondere ad angoscianti domande: chi è veramente il loro figlio? esiste un gene dell’omicidio?
Recensione
Un thriller veramente particolare che tiene sospeso il lettore tra certezze e dubbi fino ad uno scioglimento finale decisamente imprevedibile.
La storia è indubbiamente scritta con maestria: procede rapida e incalzante ma anche con attenzione agli stati d’animo e ai sentimenti dei protagonisti che sono, tra l’altro, sempre più emarginati da quella comunità in cui prima erano rispettati e ammirati.
Bollati, genitori e figlio, come “mostri” prima del verdetto, senza prove determinanti… a fatica riescono a conservare un’apparenza di normalità.
Oltre alle caratteristiche del thriller, il romanzo apre domande piuttosto inquietanti a cui non è facile dare una risposta: quanto influisce l’educazione familiare sulla formazione della personalità? Quanto, invece, è legato all’eredità genetica?
L’amore e la cura dei genitori sono sufficienti per garantire al figlio rapporti positivi con il mondo?
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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