Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: La figlia sbagliata

Autore: Deaver Jeffery

Editore: Rizzoli

Argomento: Giallo

Anno: 2010, Pagine: 358


Autore
J. Deaver è nato a Chicago nel 1950.Giornalista e avvocato, dal 1990 si è dedicato alla scrittura ottenendo successo in tutto il mondo.


La storia
Megan Collier è una ragazza di 17 anni con un carattere difficile, rabbiosa verso il mondo intero e, a volte, con atteggiamenti quasi autodistruttivi.
Proprio a causa di questi, Megan è seguita da uno psicanalista ma un giorno la giovane si trova di fronte quello che si presenta come un temporaneo sostituto, il dottor Matthews.
Egli spinge Megan a mettere a nudo le origini della sua rabbia, conseguenza degli atteggiamenti superficiali e distratti dei suoi genitori che, divorziati, colmano la rispettiva solitudine con impegni di lavoro e compagnie più o meno saltuarie, senza accorgersi del vuoto avvertito dalla loro figlia.
Però, alla conclusione della seduta, il dottor Matthews, dopo aver iniettato della droga a Megan, la rapisce e la porta in un isolato ospedale psichiatrico da tempo abbandonato, tenendola prigioniera.
Il padre della ragazza, l’avvocato Tate Collier, che aspettava, quel giorno, la figlia a casa sua, insospettito da alcuni particolari, teme che Megan sia stata rapita e le sue paure sono anche della ex moglie, Brett.
Nonostante la polizia ipotizzi una fuga volontaria, Tate e Brett decidono di cercare la figlia cominciando ad informarsi da amici, insegnanti che la conoscono ma sembra che un destino misterioso si accanisca su tutti quelli che potrebbero essere d’aiuto nella ricerca.
Intanto Megan, nello spettrale ex manicomio, vive ore di autentico terrore…


Recensione
Giallo psicologico molto intenso e con audaci e sorprendenti colpi di scena che, come nello stile dell’autore, arrivano nelle ultime pagine.
Sono generalmente ben costruiti i personaggi e ben strutturate le vicende ma qualche lieve incongruenza è presente, ad es. sono troppo esili gli indizi che, all’inizio, convincono Tate che Megan è stata rapita e un dialogo conclusivo è veramente poco credibile.
Non manca il gioco degli specchi e delle illusioni (tipico di Deaver), attuato da uno dei personaggi principali e non manca neanche la fiducia tutta americana (e di Deaver) che il bene può trionfare sul male perché sono sempre, comunque, i buoni quelli che vincono.
Ad ogni modo, un bel giallo, avvincente e di piacevole ettura.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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