Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Nessuna identità
Autore: La Plante Lynda
Editore: Garzanti
Argomento: Giallo
Anno: 2010, Pagine: 558
La storia
L’ispettrice Anna Travis, con la sua squadra, si trova ad affrontare un’indagine su un omicidio particolarmente complessa anche perché la vittima è un ex poliziotto, Frank Brandon, ucciso in un covo di piccoli spacciatori in un quartiere malfamato di Londra.
Frank si era da poco sposato con Julia, già madre di due bambine, molto benestante grazie alle risorse economiche a lei concesse dal precedente compagno, Anthony Collingwood.
Informata dell’omicidio e interrogata riguardo il lavoro di Frank, Anna ha il sospetto che Julia non le dica tutta la verità anche perché non è chiaro il ruolo di Frank nella sua vita, così, effettuando ricerche, l’ispettrice scopre che Anthony Collingwood è in realtà una delle tante identità utilizzate da Alexander Fitzpatrick, un pericoloso latitante ricercato in molti paesi del mondo per traffico di droga.
Intanto, all’assassinio di F. Brandon ne seguono altri: ogni svolta nelle indagini è bloccata dall’omicidio del sospettato o di colui che avrebbe potuto dare informazioni.
Alcune vittime sono state uccise con una sostanza, il Fentanyl che, usato in medicina come analgesico, si sta diffondendo nel mercato della droga in quanto molto più potente dell’eroina ma, contemporaneamente, molto più letale.
Il sospetto, quindi, di Anna e dell’ispettore capo Langdon è che la rete degli omicidi sia legata al tentativo di Fitzpatrick di imporsi sul mercato londinese appunto con il Fentanyl.
Le indagini procedono, però, con difficoltà anche perché nessuno, in questa partita mortale, è veramente quello che dice di essere e la rete delle false identità e dei doppi giochi rende difficile arrivare alla individuazione precisa del piano criminale.
Recensione
Il romanzo è, nel complesso, sufficientemente coinvolgente ma presenta anche, secondo me, diversi limiti. I personaggi, infatti, sono piuttosto piatti e senza spessore; anche quelli che dovrebbero essere i punti di riferimenti, risultano scialbi e incapaci di suscitare simpatia o ammirazione.
Il linguaggio e lo stile, poi, sono decisamente disadorni e di basso livello, contribuendo, così, a rendere il romanzo decisamente un modesto prodotto commerciale.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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