Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Delitti di gente qualunque

Autore: Macchiavelli Loriano

Editore: Mondadori

Argomento: Giallo

Anno: 2009, Pagine: 359


Autore
Loriano Macchiavelli, bolognese, è il creatore di Antonio Sarti, l’investigatore protagonista dei suoi romanzi insigniti di numerosi premi.
Ha scritto anche alcune opere insieme a Francesco Guccini.


La storia
Le vicende si svolgono tra Bologna e alcune ville storiche del territorio bolognese, tra cui la Rocchetta Mattei.
Alcuni appunti trovati su di un vecchio libro spingono un fotografo, Duescatti, e un originale ricercatore universitario, Rosas, detto “il talpone” per la sua miopia, a svolgere indagini e ricerche storiche proprio in alcune ville del territorio bolognese venendo a conoscenza, così, di un episodio della seconda guerra mondiale, quando un ufficiale delle SS si impadronì del radium conservato all’ospedale di Bologna per cure mediche, ma poi quel radium dai tedeschi non fu usato e probabilmente fu nascosto dall’ufficiale nella Rocchetta Mattei.
Però Duescatti muore vittima di un assassino e del caso si occupa il poliziotto Sarti Antonio: è il miglior amico di Rosas anche se i due sono molto diversi e sempre pronti a contraddirsi, infatti mentre Sarti difende, con il suo lavoro, il sistema, Rosas lo contesta ed è addirittura schedato come “pericoloso sovversivo” sebbene di pericoloso non abbia nulla.
Dopo l’uccisione di Duescatti, un attentato all’università di Bologna distrugge lo studio di Rosas (ricercatore) e il suo malandato motorino.
Del “talpone” non c’è traccia così Sarti, preoccupato, lo cerca, trovandosi coinvolto in una vicenda che all’inizio sembra snodarsi tra reale e soprannaturale, nei misteriosi sotterranei della Rocchetta Mattei, tra apparizioni e fantasmi che poi si rivelano la scenografia di un preciso piano criminoso.


Recensione
Il romanzo si presenta con caratteristiche particolari: è un giallo ma unisce elementi storici in un’atmosfera magica e misteriosa.
Molto originali i due protagonisti, Sarti e Rosas, tra i quali spesso intercorrono dialoghi polemicamente spassosi, originale il narratore, infatti l’autore interviene in prima persona come se seguisse il suo personaggio, rivolgendosi anche allo stesso.
Attraverso le vicende, inoltre, l’autore rivolge spesso critiche alla sua città, o meglio, al comportamento della società e dei politici di Bologna e del resto del mondo, con toni a volte ironici e a volte amari.
Una lettura, nel complesso, gradevole ma dell’autore sono meglio riusciti, secondo me, i romanzi brevi perché più equilibrati dal punto di vista narrativo.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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