
Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Gli arresi
Autore: Lee Chang-Rae
Editore: Mondadori
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2012, Pagine: 441
Autore
Chang-Rae Lee è nato in corea nel 1965.
Si è trasferito negli USA con la famiglia all'età di 3 anni.
E' insegnante di scrittura creativa presso la Princeton University.
La storia
1950, Corea. June ha soltanto 11 anni quando la guerra la priva dei suoi genitori: dopo una fuga disperata durante la quale perde i suoi fratellini, incontra Hector, un giovane soldato americano, arruolatosi per cancellare un senso di colpa legato a vicende della sua adolescenza.
Hector accompagna June in un orfanotrofio di Seul dove alcuni missionari si prendono cura degli orfani della guerra favorendo anche la loro adozione da parte di famiglie straniere.
June è scontrosa, irritabile, a volte anche crudele nei confronti degli altri bambini, Hector si occupa dei lavori di manutenzione dell’orfanotrofio: è un lavoratore quasi instancabile ma anche lui restio ad unirsi agli altri.
La vita di entrambi cambia quando alla guida dell’orfanotrofio giungono il reverendo Tanner e sua moglie, Sylvie, figlia, a sua volta, di una coppia di missionari: anche Sylvie, bambina poi adolescente, seguendo i suoi genitori, ha conosciuto e vissuto sulla propria pelle la guerra ed i suoi orrori, forse anche per questo i bambini la amano, perché percepiscono la sua fragilità.
In apparenza Sylvie è una donna energica e coraggiosa, sembra capace di infondere in chiunque serenità e forza: in modi diversi, June e Hector sono fortemente attratti da lei, arrivano quasi ad essere rivali, contendendosi le sue attenzioni e il suo affetto.
Trenta anni dopo June e Hector si incontrano a New York: June è gravemente malata e chiede ad Hector di accompagnarla alla ricerca di Nicholas, il figlio di 20 anni che, da tempo, non dà più notizie di sé.
Nicholas è nato da una loro fugace notte d’amore: Hector non era neanche consapevole di essere padre e la notizia non lo rende felice ma accetta, comunque, di accompagnare June in questo assurdo viaggio durante il quale alla ricerca del ragazzo si unisce la resa dei conti con il loro passato comune e la totale consapevolezza di quello che sono ormai diventati, svelato ai loro occhi nella pagina finale del libro, ambientata in Italia.
Recensione
Bellissimo e commuovente, il libro ha una trama avvincente e una scrittura elegante con cui l’autore, in modo accorato ma anche realistico e crudo, racconta alcune pagine tragiche della storia del suo paese, cioè la guerra tra Corea del nord e del sud: la guerra viene però presentata nella sua dimensione universale, come quel fenomeno che non solo distrugge cose e uccide persone ma ferisce profondamente l’anima al punto tale che chi sopravvive è quasi un morto vivente.
Questa condizione (“è il mio cuore il paese più straziato” dice Ungaretti) è comune a June, Hector e Sylvie: essi cercano, in modi diversi eppure ugualmente distruttivi, di spegnere quel fuoco che li brucia e che li rende estranei alla vita ma non esiste risarcimento agli orrori che hanno vissuto.
La vicenda è tragica e appassionata insieme, si svolge nel presente ma con continui richiami al passato: l’alternarsi dei piani temporali rende la trama più mossa e coinvolgente con personaggi così drammaticamente vivi che è difficile dimenticarli.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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