Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il prigioniero del cielo
Autore: Zafon Carlos Ruiz
Editore: Mondadori
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2012, Pagine: 340
Autore
Carlos Ruiz Zafon ha cominciato la sua carriera nel 1993 con una serie di libri per bambini. Nel 2001 ha pubblicato "L’ombra del vento" con cui ha ottenuto grande successo.
La storia
Barcellona, 1957: Daniel Sempere, ormai adulto, uomo sposato e padre di un bambino, lavora nella libreria di famiglia con il genitore e con l’aiuto del fedele amico Firmin, ormai vicino alle nozze.
Una mattina, poco prima di Natale, uno strano personaggio entra nella libreria: acquista il libro più costoso (Il Conte di Montecristo) e dopo aver scritto una dedica sulla prima pagina, chiede che il libro venga consegnato a Firmin.
Daniel esaudisce la richiesta ma non può fare a meno di notare l’angoscia dipingersi sul volto dell’amico.
Nei giorni successivi, il tormento di Firmin è sempre più evidente così Daniel lo spinge a confidarsi per potergli offrire il suo aiuto.
La storia che racconta Firmin si svolge nella fortezza di Montjuic, terribile prigione per gli oppositori politici durante il franchismo, dove lui stesso è stato detenuto.
Durante questo periodo Firmin conosce David Martin, un geniale scrittore, fiaccato e indebolito dalla prigionia, ma non disposto a piegarsi ai meschini ricatti del direttore del carcere: è David che chiede a Firmin di vegliare su Isabella e sul suo bambino, Daniel.
Così, attraverso questo racconto, Daniel viene a conoscenza di un passato a lui sconosciuto, che riguarda proprio sua madre, e di avvenimenti dolorosi che si sono svolti durante la sua infanzia.
Dovrebbe seppellirli nella memoria ma non è sempre facile rinunciare alle risposte, alla giustizia o alla vendetta.
Recensione
Il romanzo appartiene alla saga del Cimitero dei libri Dimenticati, iniziata con "L’ombra del vento", l’opera che ha reso noto Zafon al pubblico internazionale.
Anche "Il prigioniero del cielo", come gli altri, si svolge a Barcellona, presentata nel suo ambiguo e ammaliante fascino, ma anche soffocata dalla pesante cappa del franchismo di cui, nel libro, vengono presentati alcuni tra gli aspetti più terribili.
L’abile scrittura di Zafon riesce, come sempre, a catturare il lettore con colpi di scena e momenti di tensione, trasmettendo, con intensità, emozioni e sentimenti ma, nel complesso, mi sembra che questo romanzo abbia meno spessore rispetto al primo .
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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