Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Le case degli altri

Autore: Picoult Jodi

Editore: Corbaccio

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2011, Pagine: 619


Autore
L'autrice, considerata la regina del legal thriller, vive ad Hannover con la sua famiglia.
E' autrice di molti romanzi di successo.




La storia
Jacob è un ragazzo di 18 anni che soffre della sindrome di Asperger, un disturbo che viene collocato all’estremità più alta dello spettro dell’autismo.
Gli individui affetti da Asperger sono di solito molto intelligenti ma hanno disabilità invalidanti nell’ambito dell’interazione sociale: essi, infatti, non riescono a comprendere quel comportamento sociale che le persone "normali" intuitivamente acquisiscono.
Così è Jacob che, oltre a queste caratteristiche, manifesta anche altri atteggiamenti tipici dell’Asperger, ad esempio la sua vita è scandita da una routine meticolosamente rispettata ed ha degli interessi che coltiva in modo ossessivo.
L’interesse di Jacob è l’analisi forense in cui, forse, è anche più competente di un poliziotto e spesso trasforma la sua casa in una scena del crimine che si diverte poi ad analizzare.
Jacob vive con la madre, Emma, che gli dedica ogni risorsa, e con il fratello quindicenne, Theo.
Theo deve spesso svolgere il ruolo del fratello maggiore, specialmente quando Jacob è infastidito da altri ragazzi, è poi costretto a sacrifici e rinunce per il fratello: anche se Emma cerca di essere vicina a Theo come a Jacob, il menage familiare è molte volte difficile, visto che, tra l’altro, il padre dei ragazzi ha abbandonato la famiglia per ricostruirsene un’altra in un altro stato.
Theo, frequentemente, nei suoi vagabondaggi, si ferma a guardare le case degli altri e, se sono vuote, entra, immaginandosi una vita familiare diversa, più serena e più "normale".
Jacob ha un’insegnante privata di relazioni sociali: si chiama Jess, ha poco più di 20 anni ed è sinceramente affezionata al ragazzo che, avvertendo e ricambiando l’affetto, grazie a lei ha compiuto notevoli progressi.
Un giorno, improvvisamente, la giovane sparisce e viene ritrovata, cadavere, pochi giorni dopo, avvolta in una trapunta colorata che appartiene a Jacob.
Sul giovane si rivolgono i primi sospetti della polizia e le spiegazioni del ragazzo sembrano proprio confermarli così Emma, disperata, si rivolge al primo avvocato in cui le capita di imbattersi.
E’ Oliver Bond, neanche trentenne, squattrinato e poco esperto ma ben presto coinvolto, o meglio travolto, nel menage familiare della famiglia di Jacob e determinato a sostenerne la difesa.
Per Emma la presenza di Oliver è di conforto e di sostegno ma, nel corso del processo, sono molti gli elementi di colpevolezza che emergono.


Recensione
Anche in questo romanzo, come negli altri, l’autrice utilizza una narrazione a più voci: sono infatti gli stessi protagonisti che, di volta in volta, raccontano, così le vicende sono presentate di riflesso attraverso poliedriche condizioni interiori.
Questa tecnica rende la narrazione più mossa ma, nello stesso tempo, più intensa e appassionata perché dà voce ai moti del cuore dei personaggi, oltre a lasciare sospeso, fino all’ultimo, il ruolo di Jacob nella morte di Jess, anche se il lettore più attento può intuire molto sulla conclusione.
La storia narrata è bellissima: è una storia di emarginazione e di amore, ma anche di coraggio e di determinazione, atteggiamenti di Emma che, presentata come una figura umana e quotidiana, senza nulla di epico, simboleggia tutti quei genitori che ogni giorno, nella loro dimensione privata, lottano faticosamente con e per la disabilità del figlio.
La scrittura è molto coinvolgente, perché ricca di sentimenti, ma anche rapida e incalzante: la struttura narrativa presenta delle smagliature nella parte finale ma queste non tolgono valore ad un’opera veramente da leggere.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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