Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Vita di Pi

Autore: Martel Yann

Editore: Piemme

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2003, Pagine: 334


Autore
Yan Martel, figlio di diplomatici canadesi, è nato in Spagna nel 1963 ed è vissuto in diversi luoghi del mondo. Attualmente vive in Canada.


La storia
Piscine Molitor Patel, detto Pi, è un giovanissimo indiano che vive con la sua famiglia a Pondicherry.
Il padre è direttore di uno zoo ma a causa di problemi politici ed economici che coinvolgono tutta l’India, decide di trasferirsi in Canada con tutta la famiglia, anche con alcuni animali dello zoo.
Così tutti quanti, animali compresi, si imbarcano su una nave mercantile giapponese alla volta del Canada ma durante il viaggio la nave affonda e gli unici superstiti sono Pi e 4 animali: una zebra ferita, un orango, una iena e una tigre del Bengala di nome Richard Parker.
Pi e i 4 animali si ritrovano in una stessa scialuppa di salvataggio ma ben presto rimangono soltanto Pi e Richard Parker, degli altri animali resta solo qualche osso spolpato.
Pi è terrorizzato dalla tigre ma è anche diviso tra il desiderio di morire e quello di sopravvivere, è però proprio la presenza di Richard Parker che lo spinge alla sopravvivenza.
Il giovane, così, si improvvisa non solo pescatore ma anche domatore di tigri: aiutato da materiale e cibo trovato sulla scialuppa, Pi riesce a sopravvivere più facilmente per i primi giorni ma con il passare del tempo le difficoltà aumentano, addirittura per un periodo perde anche la vista ma mai la fede.
Infatti Pi aveva, ancora adolescente, frequentato ambienti cristiani, musulmani e induisti suscitando una certa divertita perplessità nella sua famiglia e ora, in balia dell’Oceano Pacifico, le preghiere e una fede così eclettica lo aiutano nei momenti di difficoltà.
Il viaggio di Pi dura 7 mesi al termine dei quali approda in Messico, portando in salvo se stesso e Richard Parker.


Recensione
E’ una storia sorprendente ma raccontata con un tale realismo da far pensare che sia vera!
Gli unici protagonisti sono Pi e una tigre, lo spazio è l’immensità dell’oceano eppure la narrazione è vivace, brillante arricchita da note suggestive sul paesaggio circostante, sempre lo stesso ma sempre diverso.
Mi sembra di particolare interesse il rapporto che Pi stabilisce con Richard Parker: si dividono il cibo e l’acqua, si dividono il territorio, la tigre non assale Pi come se riconoscesse nel ragazzo il suo compagno di viaggio e di sventura.
Pi pratica tre religioni e riesce a conciliarle con la massima serenità: anche questo è un aspetto del romanzo che invita a riflettere sulla concreta possibilità di fedi diverse di coesistere pacificamente.
La scrittura dell’opera è molto gradevole perché riesce ad essere elegante e scorrevole contemporaneamente: da questo romanzo, considerato un caso letterario internazionale, è stato tratto anche un film.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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