Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Il piantagrane

Autore: Presta Marco

Editore: Einaudi

Argomento: Letteratura italiana

Anno: 2012, Pagine: 250


Autore
Marco Presta è uno dei migliori autori e conduttori radiofonici italiani, conduttore del programma "Il ruggito del coniglio". Scrive anche su diversi quotidiani.


La storia
Giovanni è un giovane uomo di 35 anni: la sua esistenza scorre serena tra il suo vivaio, che cura con amore, le visite ad una madre un po’ invadente e il desiderio di approfondire la conoscenza di Nina, la giovane operatrice ecologica che incontra tutte le mattine.
Il ritmo della sua tranquilla routine quotidiana viene interrotto bruscamente quando, una mattina, uno strano personaggio, che si presenta come Granchio, lo rapisce, letteralmente, dal suo vivaio allo scopo, gli spiega, di metterlo in salvo da uomini che lo stanno cercando per ucciderlo.
Giovanni lo segue, quel giorno e i successivi, in fughe rocambolesche su auto rubate, fughe interrotte da brevi parentesi di riposo in luoghi improbabili.
Granchio spiega a Giovanni che, avendo un potere straordinario, cioè quello di rendere oneste le persone che sono nelle sue vicinanze, è considerato un vero e proprio elemento destabilizzante e quindi pericolosissimo per l’ordine costituito: i buoni hanno mandato lui, Granchio, per proteggerlo dai cattivi che intendono distruggere il suo potere uccidendolo.
Durante la fuga, il potere di Giovanni sembra diventare sempre più forte e più esteso, questo significa che corre un pericolo ancora maggiore e che, per i cattivi, è più facile individuarlo…


Recensione
Il romanzo è ambientato in uno spazio urbano moderno ma non geograficamente precisato: è uno spazio che i due strampalati protagonisti percorrono in lungo e in largo, nel tentativo di nascondersi mimetizzandosi nell’anonimato della folla.
Il tempo è quello di oggi, quello della modernità, delle auto veloci e ingombranti, della corruzione e della menzogna, è il tempo del disinteresse e dell’assenza di solidarietà, è il tempo della vita quotidiana che ora Giovanni scopre nella sua realtà: la sua sola presenza, però, è in grado di cambiare tutto, sebbene egli ne sia sempre stato inconsapevole.
Granchio è un personaggio un po’ grottesco e un po’ burlone che si erge a difensore di Giovanni: prepotente e generoso anche lui costituisce una specie di antieroe, come in fondo è Giovanni.
La lettura, specialmente se confrontata con quella del precedente romanzo dell’autore, mi ha deluso un po’ perché in questa opera l’umorismo sconfina nell’assurdo e il gradevole diventa ironia tagliente e fastidiosa: secondo me l’autore non è riuscito a mantenere quel divertente equilibrio che aveva precedentemente ottenuto.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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