Autore della recensione: Martina Frezzotti

Titolo: Colpa delle stelle

Autore: Green John

Editore: Rizzoli

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2012, Pagine: 347


La storia
I protagonisti principali sono Hazel e Augustus, due ragazzi malati di cancro consapevoli delle loro condizioni e che la morte potrebbe arrivare in qualsiasi momento.
Entrambi i protagonisti decidono di far fronte alle difficoltà e di vivere insieme quel poco tempo che era loro rimasto.


Recensione
“Colpa delle stelle” è un libro incantevole, coinvolgente e affascinante e non lo dico così per dire, ma perchè è veramente bello. John Green all’inizio e alla fine del libro spiega ai lettori che il romanzo è frutto della sua immaginazione e che è completamente inventato, però la vicenda è talmente accattivante e ben strutturato, da sembrare che lui stesso abbia vissuto la storia di persona.
Nel libro mi ha colpito molto il coraggio dei due giovani che, anche se sanno di dover morire , si impegnano per realizzare i loro sogni, pur cercando di non ferire le persone che più amano. Hazel disse con senso ironico che viveva solo per non recare dispiacere ai suoi genitori, anche se in alcune occasioni avrebbe preferito morire; si sentiva come una granata che avrebbe potuto esplodere da un momento all’altro ferendo tutti coloro che le stavano intorno.
Mi è piaciuto molto anche come l’autore sia stato in grado di suscitare in me intense emozioni. Questo libro è commovente, carico, deciso, perfino ironico in alcuni casi e, soprattutto alla fine, toccante. Posso affermare che, leggendo le ultime cinquanta pagine, ho pianto, soprattutto quando la morte di Augustus arriva inaspettata, sembrava Hazel, infatti, ricoverata più volte, la più malata fra i due. Negli ultimi mesi di vita di Augustus, poi, l’autore sottolinea la disperazione di tutti coloro che lo amavano, e sopratutto di Hazel che, con amore, si prendeva cura di Gus (soprannome di Augustus), andandolo sempre a trovare.
Un episodio, in particolare, alla fine del romanzo è stato molto toccante, secondo me, e credo che possa esserlo per chiunque, mi riferisco al momento in cui Augustus, Hazel e un loro amico, cieco per colpa del cancro, si recano nella chiesa dove andavano con il gruppo di supporto. Vi starete chiedendo che cosa ci possa essere di toccante in questo, ma Augustus chiese loro di leggergli l’elogio funebre che avrebbero recitato al suo funerale. Aveva deciso in quella serata di fare una simulazione del suo funerale, “un prefunerale”. Personalmente ho trovato l’idea molto toccante. L’autore ci descrive questo episodio in tutta la sua drammaticità, facendoci capire come i protagonisti e tutti coloro che sono malati di cancro siano consapevoli della morte, e si preparino ad essa.
Il romanzo ha varie ambientazioni, troviamo la casa di Hazel sopratutto nei primi capitoli, la chiesa del gruppo di supporto, le stanze dove erano ricoverati in terapia intensiva Hazel e Augustus, la città di Amsterdam e la casa di Augustus soprattutto alla fine del romanzo. La città di Amsterdam è il luogo in cui i due ragazzi si sono messi insieme ed è molto importante nel racconto, perchè dimostra quanto Augustus amasse Hazel, regalandole il suo “desiderio”, concesso a tutti i malati di cancro, che consiste in qualcosa che il malato vorrebbe fare prima di morire e che viene concesso da una fondazione che fa di tutto per farlo avverare, pagando ogni spesa, in questo caso il viaggio e l’hotel.
Nel romanzo anche i personaggi secondari hanno grande importanza, come i genitori ed i medici. I genitori sono sempre presenti per i loro figli. Soprattutto quelli di Hazel, che si sentono molto attaccati a lei; il padre ogni volta che va al lavoro si mette a singhiozzare per un po’, perchè quella potrebbe essere l’ultima volta che vede la figlia e la madre, nei momenti di crisi, dice che non potrà più essere una madre. I medici, invece, fingevano che tutto si potesse risolvere per Hazel e che il cancro sarebbe scomparso con nuove medicine da sperimentare, che lei chiamava “veleni”.
John Green con la storia, anche se inventata, di questi ragazzi, della mia età, malati di cancro, ci ha insegnato che la vita è un grande dono, anche quando sembra che tutto vada “a rotoli”, e che bisogna ricordarsi che nessuno è abbandonato a se stesso, ma avrà sempre qualcuno che lo amerà.
Questo libro mi è piaciuto in ogni suo particolare. L’autore è stato capace di collegare tutto e tutti, con armonia.
La canzone che userei come colonna sonora per questo libro si intitola “A thousand year” di Christina Perri. Il titolo significa “Mille anni” e il testo parla di una ragazza che amerà il suo amore per altri mille anni e ciò mi ricorda la storia d’amore di Hazel e Augustus che, anche dopo la morte di lui, lei amerà fino alla fine dei suoi giorni.
Lo consiglierei a quelle persone che considerano la loro vita difficile e orrida, pur non avendo problemi gravi, così si renderebbero conto di chi sta peggio, e di essere fortunati per ciò che hanno. Sicuramente sarà un libro amato da coloro, ragazze e ragazzi, che sono sensibili e a cui piacciono anche le storie d’amore.
Lo vorrei proporre anche ai ragazzi che non amano questo genere di libri; sarei curiosa di conoscere le sensazioni suscitate in loro da questa storia travolgente
La frase che mi è piaciuta di più: “L’amore è una malattia dalla quale non vuoi guarire”
Leggendo questo libro mi è venuto in mente un film intitolato “La custode di mia sorella”. Il film ha la stessa trama del libro; infatti ad un certo punto pensavo che il libro fosse la versione scritta del film. L’unica differenza si ha alla fine del film, quando la protagonista muore, cosa che non succede nel libro.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


clicca qui per inserire il tuo commento.