Autore della recensione: Noemi Celestino

Titolo: La donna perfetta

Autore: Levin Ira

Editore: Superbeat

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2012, Pagine: 183


Recensione
La cosa che più di tutte mi ha affascinato di questo libro è stata la descrizione della protagonista: una donna forte, indipendente, decisa, testarda, intraprendente, la quale si batte per i propri ideali e per affermare la posizione delle donne nel contesto sociale degli anni 70.
Mi sono piaciuti anche lo stile narrativo discorsivo e le sequenze, che danno il tempo di riflettere sul ruolo della donna, considerata come colei che svolge le faccende domestiche ed è al servizio degli uomini, con una dignità schiacciata dagli schemi sociali che ha nella mente l’uomo.
Infine mi è piaciuta la descrizione molto particolareggiata dei paesaggi e della città che permettono al lettore di comprendere a pieno il contesto in cui la storia si svolge.
Il linguaggio usato nel racconto è un linguaggio semplice, in quanto l’autrice cerca di rendere il libro leggibile e scorrevole; la narrazione è in terza persona.
Non mi è piaciuto il messaggio che il finale della storia fa trasparire, secondo il quale gli uomini riescono a prevalere sempre e comunque, anche su una donna molto intelligente, che cerca di affermare la propria autonomia.
La canzone che metterei come colonna sonora a questo libro è “Break the chain”: analizzando il testo di questa canzone è possibile infatti delineare la figura di una donna caratterizzata dallo stesso spirito che anima la protagonista del libro, che cerca di ribellarsi alle varie oppressioni da parte dell’uomo, rivendicando il suo diritto alla libertà.
Né consiglio la lettura sia alle donne sia agli uomini.
Le prime potrebbero in questo modo rendersi conto di quanto le donne che vivono nel nostro tempo e nella nostra parte di mondo siano fortunate, perché cresciute in una società che le tutela e permette loro di godere degli stessi diritti degli uomini, anche se quest’ultimi in alcuni casi non si rendono conto di quanto la figura della donna sia importante e dotata di una propria dignità, tanto da arrivare perfino ad episodi di violenza.
La frase che maggiormente mi ha affascinato nella lettura del libro è: “Posso capire che non si senta soddisfatta in una comunità di donne concentrate prevalentemente sulle attività casalinghe, non lo sarei neanch’io, come nessuna donna che abbia anche altri interessi”.(Ci fa capire come nella vita non si possa essere soddisfatti di se stessi senza coltivare i propri interessi).
Un libro che collegherei a questo appena letto è “Suad bruciata viva”, che tratta tematiche simili, anche se con un finale molto diverso.
Con questo libro vediamo fino a che punto possa spingersi la cattiveria umana e quanto potere abbiano le leggi degli uomini sulle donne.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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