Autore della recensione: Bergamo Diego

Titolo: L'epilogo

Autore: De Mari Silvana

Editore: Fanucci

Argomento: Fantasy

Anno: 2012, Pagine: 296


La storia
Erano molti gli svantaggi che provocavano l’emarginazione di Kail, il protagonista, oltre al fratello che difendeva sempre. Kail era figlio di una donna considerata una traditrice, poichè aveva ripudiato un maschio yurdione, cosa assai scandalosa, che provocò il suo esilio e quello della sua famiglia. Anche se deriso e insultato da tutti, Kail riesce ad andare avanti superando le difficoltà, ma dopo la morte di suo fratello e di sua madre si unirà alla marcia degli “Yurdioni” per conquistare la terra degli uomini.
Durante la marcia, Kail continua ad essere insultato, ma durante le esercitazioni mostra il suo talento, talento che non servirà poiché il generale, arrabbiato per i suoi successi, lo relegherà a pulire cucine e latrine. In queste scene emerge la sua figura di “diverso”, infatti durante il tragitto per la terra degli uomini, gli Yurdioni attraversano la terra degli orchi, dove vengono imprigionati schiavi locali, cioè orchi spaventati dalla guerra, che venivano maltrattati dai loro padroni poiché non conoscevano la lingua degli Yurdioni e quindi non potevano eseguire i relativi ordini, ma Kail, che si distingue per il suo senso di giustizia e aiuto verso chi ha più bisogno, insegna loro le parole più importanti, quelle che dovevano conoscere per forza. Mentre i giorni passavano, Kail strinse amicizia con gli orchi fino a raggiungere un “legame” che lo portò ad aiutarli in molte situazioni.


Recensione
Kail è il personaggio che mi è piaciuto di più, per la sua umiltà e per il suo aiuto verso i più bisognosi, infatti in certe occasioni egli affronta anche il capovillaggio o i suoi coetanei per difendere suo fratello Ranail o per aiutare gli orchi, insegnando loro la lingua degli Yurdioni, guerrieri brutali che amavano la guerra più di qualsiasi altra cosa. Emerge dalle prime pagine del romanzo l’affetto che Kail provava verso il fratello, che lo porta quasi a rischiare la vita. Proprio per questo motivo Kail è differente dagli altri Yurdioni, che non provavano sentimenti.
Dopo aver parlato di Kail volevo soffermarmi sul romanzo in generale. Silvana De Mari mette in risalto il problema della guerra e i problemi che causano le guerre, problemi che tuttora si verificano all’interno della nostra società. Un pensiero, secondo me, molto bello e soprattutto vero.
Altro particolare molto interessante del romanzo è la bellezza con cui vengono descritti i paesaggi che fanno da sfondo alle varie situazioni. L’autrice mette in risalto gli aggettivi fondamentali che possono caratterizzare un determinato paesaggio e questo, unito all’azione e all’avventura, rende il romanzo più avvincente. Inoltre io non sono un amante dei libri fantasy o che riguardano comunque storie inventate e fantastiche, ma questo libro mi ha colpito molto; in qualche punto la lettera sembrava un po’ noiosa, ma scene noiose si alternavano a scene piene d’azione e questo aumentava il piacere di continuare a leggere.
Le cose che non mi sono piaciute del romanzo sono veramente poche, una cosa che non mi è piaciuto è la descrizione delle scene di tortura. Le torture venivano usate dagli Yurdioni allo scopo di estorcere informazioni ai nemici ed in qualche parte del racconto sono significative ma secondo me, vengono descritte troppo frequentemente. Un ‘altra cosa che non mi è piaciuta riguarda lo “spezzamento” di alcune scene principali del racconto, infatti all’inizio di parla di Kail, poi subito si parla di un altro personaggio e questo può un po’ rovinare il piacere della lettura.
Non mi viene in mente alcuna musica in particolare che potrei collegare a questo brano, ma direi una musica che posso associarsi a scene d’azione, di guerra e di avventura, poiché il romanzo tratta principalmente di questo.
Consiglio questo tipo di lettura ad un persona amante di storie fantastiche ed inventate, che preferisce libro che trattino di personaggi fantastici e mitologici, più che libro di attualità o moderni
“Quando siamo felici e ricchi e non lo sappiamo la ricchezza e la felicità scompaiono, si dissolvono per l’offesa di non essere state apprezzate. Eravamo ricchi e non sapevano di esserlo, avevamo la libertà e pensavamo di non doverla difendere, che fosse per sempre.” Questa frase mi ha colpito molto, perché ci vuole spiegare che nessuno si accontenta mai di niente, che tutti puntano ad avere sempre di più, senza mai essere soddisfatti di quello che già possiedono.
Un altro libro che potrei collegare a questo è “Ewilan dei due mondi”, che appartine sempre al genere fantastico, e tratta argomenti simili, magari con scene di violenza meno frequenti.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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