Autore della recensione: Vanessa Cesaroni
Titolo: Jezabel
Autore: Némirovsky Irène
Editore: Adelphi
Argomento: Giallo
Anno: 2007, Pagine: 194
La storia
Questo libro descrive la vita di una donna di nome Gladys, appartenente all’alta borghesia, considerata molto affascinante, consapevole della sua bellezza, desiderata da tutti gli uomini e invidiata da tutte le donne. Una donna a cui piaceva sentirsi amata, corteggiata, ma che non sopportava l’idea e il pensiero d’invecchiare, non riusciva a vedere il suo viso e il suo corpo cambiare, cercava infatti in ogni modo di camuffare la sua vera età.
Recensione
Mi è piaciuta molto la sua apparente sicurezza che tuttavia nasconde, secondo me, in fondo alla sua anima sentimenti di solitudine, fragilità e tristezza, una vera e propria ossessione, come si può notare quando, prima di alzarsi dal letto, con un gesto automatico della mano, cercava lo specchio per guardarsi, o quando si oppose al matrimonio della figlia, perché non voleva ammettere che la sua bambina fosse cresciuta, ma soprattutto non voleva prendere coscienza del fatto che gli anni stessero passando anche per lei; (in seguito la figlia morì, partorendo il suo bambino, che però riuscì a salvarsi).
Lo stile mi è piaciuto perché caratterizzato dalla presenza di dialoghi, che danno un ritmo più veloce alla narrazione e di descrizioni brevi, che riassumono in poche frasi i personaggi.
Non mi è piaciuta la reazione di Gladys quando viene a conoscenza che sua figlia si sarebbe sposata e avrebbe avuto un bambino, infatti senza pensarci due volte, si oppose al matrimonio, quando invece avrebbe dovuto dare il suo appoggio alla figlia. Tutto ciò per non svelare alle persone la sua vera età. Un atteggiamento, secondo me, molto egoistico, che non dovrebbe esserci in un rapporto tra madre e figlia. La musica che metterei come colonna sonora è “Malinconia” di Luca Carboni, perché, secondo me, richiama perfettamente lo stato d’animo di Gladys.
Lo consiglierei a ragazzi/e come me, perché facile da comprendere.La frase che mi ha colpito in particolare è "Eppure, è strano, ma non ho paura della morte... Ne avrei se pensassi che non tutto finisce con la morte... Ma so benissimo, invece, che tutto finisce...". Questa frase dimostra, secondo me, quanto Gladys fosse attaccata al sentimento dell’amore, che per lei viene prima di tutto. Non riesco a collegare nessun altro libro a questo romanzo.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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Commenti - 1 presenti. Valutazione media: 8,00 / 10
Giulia Franciolini (11/04/13)
Ho trovato molto interessante la storia di Gladys, una donna dell’alta società francese, dalla bellezza travolgente. Mi è piaciuta molto questa figura decisa, se pur complessa, come del resto tutte le donne, a cui piace sentirsi amata e vedere gli uomini sottostare a lei. Ella arriva perfino a commettere atti atroci, ad uccidere pur di mantenere il segreto della sua vera età. All’interno della coppia, vuole essere lei a prendere le decisioni, e a lasciare senza alcun motivo il povero uomo finito ai suoi piedi.
Gladys è ossessionata dalla bellezza e dalla giovinezza, pertanto non sopporta vedere il suo corpo invecchiare; non cerca tanto l’amore, ma la certezza di essere desiderata e di sentirsi sempre al centro dell’attenzione, per questo trascorre la sua vita tra balli sontuosi e amanti.
Mi è piaciuto molto il talento dell’autrice nello scrivere questo libro, il quale parte da una situazione iniziale vaga, che lascia il lettore confuso inizialmente, poi si sviluppa con un lungo flashback e arriva pian piano alla verità.
Questo romanzo mi è piaciuto molto, non tanto per la storia di per sé, ma per la struttura e l’intreccio che lascia solo alla fine scoprire la vera natura della protagonista.
Mi ha colpito particolarmente la crisi di mezza età vissuta da Gladys e mi ha fatto riflettere tantissimo su quanto debba godermi questa età, che non ritornerà mai più.
Lo stile mi è piaciuto molto, perché non è ricco di descrizioni accurate, ma è caratterizzato da dialoghi che danno un ritmo veloce alla narrazione, che incuriosisce man mano che si va avanti. Il linguaggio utilizzato è semplice, elegante, moderno, lineare e scorrevole.
L’ambientazione storica è uno dei tanti altri motivi che mi ha spinto a leggere questo libro.
Non mi è piaciuto molto il rapporto tra madre e figlia Marie-Thèrése.
Gladys, infatti, mente nel rivelare l’età della figlia, solo per nascondere la sua vera età, per non apparire vecchia, mostrando assenza di amore materno. Come si può mentire a una figlia, sulla sua età, solo per rimanere eternamente giovane agli occhi degli altri?
Gladys arriva perfino ad essere gelosa della figlia e della sua bellezza e questo penso sia un comportamento inconcepibile da parte di una madre nei confronti della propria figlia, di cui invece dovrebbe essere orgogliosa.
La musica che metterei come colonna sonora del libro è “Caste of glass” dei Linkin Park. Oltre alla base malinconica, anche il testo della canzone rappresenta pienamente Gladys, soprattutto quando dice “lava via il dolore dalla mia pelle, e mostrami come essere di nuovo completa. Perché sono soltanto una crepa in questo castello di vetro, non è rimasto quasi niente da vedere per te”.
Consiglio la lettura di questo libro a tutti, perché mi ha fatto riflettere su quanto la società di oggi sia ossessionata dall’aspetto esteriore e soprattutto su quanto le donne siano schiave del proprio aspetto, avendo una tremenda paura di mostrare i segni del tempo.
Le frasi che mi hanno colpito sono:
“Aveva bisogno di essere sicura del suo potere, sicura di far impazzire un uomo come un tempo, di farlo soffrire. Quando gli uomini soffrivano, il suo tormento, per un attimo, si placava. Le occorreva la certezza di essere amata, aveva bisogno delle parole d’amore, dei tempi, della gelosia dell’uomo.”
“Come tutte le passioni, anche questa non le dava pace. Nemmeno per un attimo. L’avaro non pensa altro che al suo oro, l’ambizioso agli onori: al pari di loro Gladys era totalmente posseduta dal desiderio di piacere e dall’ossessione dell’età”.
Jezabel, mi ricorda la storia di Narciso, innamorato della sua immagine, egoista, in continua contemplazione di se stesso, come Gladys, ossessionata per la propria bellezza. Un giorno, mentre si specchiava in uno stagno, per voler “catturare” la sua immagine, Narciso ci cadde dentro e morì annegato, invece Gladys, ossessionata dall’età, arrivò perfino ad uccidere suo nipote, che la minacciava da tempo di essere solo una vecchia egoista e così finì in carcere.
Valutazione: 8 / 10