Autore della recensione: Aurora Morici
Titolo: Scavare una buca
Autore: Cavina Cristiano
Editore: Marcos y Marcos
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2010, Pagine: 205
La storia
Il romanzo racconta di un padre di famiglia che passa l'intera vita a scavare in una cava di gesso nella quale, se si sbaglia una piccola cosa, si rischia la vita; è un uomo grande e grosso abituato alla fatica di un mestiere che pochi cercano di fare, è un uomo che parla poco, ma ama molto sua moglie e i suoi tre figli.
Ci sono poi Necci e zio Jair, uomini duri, che lavorano molto e che sono i più anziani nella cava, fortunati perchè la cava li ha lasciati sani e salvi, mentre Edmeo sotto la montagna ci ha rimesso le braccia. Quando poi un giorno, il ventenne Luciano, decide di lavorare alla cava sono tutti sconvolti, perchè il padre Edmeo, anni prima, ne è uscito solo con le gambe.
Questo giovane, con un diploma da geometra, è spinto a tornare nel luogo dove suo padre ha visto precipitarsi addosso una pietra, ma è costretto a farlo, perchè se aspettasse un lavoro da geometra, farebbe in tempo a diventare vecchio.
Il protagonista non sa come comportarsi quando intuisce che il giovane Luciano ha bisogno di aiuto, di qualcuno a cui aggrapparsi per uscire dal buio della cava, un luogo che affascina, ma che può uccidere.
Recensione
Il linguaggio utilizzato dall'autore in questo romanzo spesso si avvicina al parlare dialettale, come per esempio si può notare dell'abitudine di mettere gli articoli davanti ai nomi.
Questo romanzo non mi è piaciuto molto perchè è intenso di fatti drammatici, tristi, anche se riassume tutti i valori su cui una giusta società dovrebbe fondarsi: l'umiltà, l'orgoglio di poter lavorare, la coesione familiare e infine il senso di responsabilità.
Il romanzo in alcune parti si dilunga troppo sui particolari, mentre in altre parti risulta un po’ ripetitivo.
Metterei come colonna sonora una musica jazz.
Lo consiglierei agli adolescenti, perchè fa capire che la vita è dura e faticosa.
La frase che mi è piaciuta di più: "....come se certe cose uno potesse andare in giro e spiegarle...", dice Necci, uno dei protagonisti che sente il peso addosso di tutto ciò che ha scavato. Secondo me, Necci ha pienamente ragione, perchè lavora in una situazione di estremo pericolo tutti i giorni e trova complicato raccontare come la cava di gesso abbia potuto modellare la sua esistenza, insegnandogli a vivere sotto una costante minaccia, sia pure con dignità.
Un novella che si può associare a questo romanzo è "Rosso Malpelo" di Giovanni Verga: entrambi i protagonisti lavorano in un cava e ad entrambi muore qualcuno di speciale, buono e innocente.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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