Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: L’oscura immensità della morte

Autore: Carlotto Massimo

Editore: e/o

Argomento: Giallo

Anno: 2005, Pagine: 183


Autore
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956,vive a Cagliari.
Considerato uno dei maggiori esponenti del NOIR mediterraneo, ha pubblicato diversi romanzi, tradotti in vari paesi.
È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani, riviste e musicisti.


La storia
Durante una fuga dopo una rapina, uno dei due ladri, Raffaello Beggiato, uccide due innocenti, Clara e il figlioletto Enrico, di otto anni. Condannato all’ergastolo, accusa il complice dell’omicidio, senza però mai rivelare il nome.
Dopo 15 anni, Raffaello è malato di cancro, gli resta poco da vivere così il suo avvocato chiede una sospensione della pena per gravi motivi di salute.
Beggiato progetta, se riuscirà ad ottenerla, di trascorrere quel poco che gli resterà da vivere nel lusso grazie alla metà del bottino che il suo complice, mai tradito, gli ha lasciato da parte.
Però anche il marito e padre delle due povere vittime, Silvano Cortin, è chiamato ad esprimere un parere sull’eventuale rilascio di Beggiato.
L’uomo è ancora consumato dalla disperazione e da un desiderio di vendetta che diventa follia e che gli fa elaborare un piano crudele.
Concede parere favorevole del rilascio ma in cambio ottiene, dalla disperata madre di Beggiato, il nome del complice.
L’uomo, Oreste, si è sposato, ha una bella casa e una lavanderia dove lavora con la moglie.
Silvano lo segue, diventa cliente della lavanderia fino a mettere in atto il suo folle e crudele progetto.
Il romanzo ha però, una conclusione del tutto inaspettata.


Recensione
Il genere NOIR, di cui Carlotto è considerato originale interprete, è caratterizzato, oltre che da una indagine poliziesca, dalla rappresentazione di un mondo marginale, brutale, e di atmosfere cupe in un linguaggio violento e gergale.
Mali elementi compaiono sia in questo romanzo sia in un altro, che ho letto, dello stesso autore: IL MAESTRO DI NODI che è adatto, per le situazioni presentate, ad un pubblico MOLTO ADULTO.
Per quanto riguarda “L’oscura immensità della morte”, è indubbiamente un romanzo che coinvolge chi legge ma in una dimensione cupa, di disperazione e di brutalità senza alcuno spiraglio di sentimenti, come, d’altra parte, è tipico del noir.
Il linguaggio è crudo e graffiante, la narrazione è affidata alle azioni e ai progetti dei due protagonisti, Beggiato e Contin: tra i due è difficile stabilire chi sia il peggiore.
Anche questo romanzo, secondo me, è per un pubblico adulto.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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