Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: La principessa di ghiaccio

Autore: Lackberg Camilla

Editore: Marsilio

Argomento: Giallo

Anno: 2010, Pagine: 458


Autore
C. Lackberg, una delle più celebri autrici di polizieschi della Svezia, vive a Stoccolma dove si dedica a scrivere la sua fortunata serie che ha venduto diversi milioni di copie.


La storia
Alexandra abita a Goteborg ma trascorre tutti i fine settimana a Fjallbacka, graziosa località turistica sulla costa occidentale della Svezia: durante la settimana un anziano pensionato si occupa di controllare l’abitazione ma una sera, durante uno dei suoi abituali controlli, egli trova Alex distesa nella vasca da bagno con le vene di entrambi i polsi tagliate.
L’ipotesi del suicidio è subito scartata, elementi certi indicano che si tratta di un omicidio: le indagini sono affidate al giovane Patrick Hedstrom che può avvalersi anche dell’aiuto di Erica, sua amica d’infanzia ma anche molto legata ad Alex e alla sua famiglia.
Proprio Erica, in seguito ad indagini personali, fornisce a Patrick alcuni elementi importanti su cui riflettere e le indagini si indirizzano verso il passato di Alex che sembra nascondere segreti molto pericolosi che potrebbero spiegare il suo omicidio.
Questa ricerca nel passato coinvolge la famiglia della vittima ma anche altri abitanti della cittadina: in molti hanno tenuto nascoste della verità terribili, semplicemente allo scopo di "evitare chiacchiere" e di mantenere una rispettabilità che si rivela essere solo di facciata.


Recensione
Questo romanzo è il primo di una fortunata serie che ha come protagonisti il detective Patrick Hedstrom (con i suoi collaboratori) e la sua compagna Erica Falk.
Secondo me è veramente un bel giallo che riesce a entusiasmare il lettore fin dalle prime pagine.
I protagonisti della serie sono molto gradevoli, a differenza di quelli dell’autrice scandinava Anna Holt, che risultano antipatici e indisponenti.
Anche le vicende private di questi personaggi sono interessanti, coinvolgenti, e suggeriscono, facendo riferimento alla sorella di Erica, riflessioni su problematiche molto attuali.
La trama è ben articolata e sebbene alcuni meccanismi siano più scoperti e intuibili, la conclusione non è scontata.
Certo, la scrittura non è quella di Nesbo, neanche quella di Vargas, quindi il coinvolgimento emotivo non è di quell’intensità ma, comunque, questo non mi sembra uno dei centomila gialli banali e commerciali che vengono pubblicati oggi.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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