Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Le cose che ti ho nascosto

Autore: Richler Nancy

Editore: Piemme

Argomento: Letteratura straniera

Anno: 2014, Pagine: 346


Autore
N. Richler ha scritto racconti per diverse riviste di prestigio americane e canadesi, ricevendo diversi premi.


La storia
Una giovane ebrea polacca, appena terminata la II guerra mondiale, si trasferisce a Montreal per sposare un uomo grazie al quale inizierà per lei una nuova vita.
La donna, però, rifiutata dal promesso sposo, finisce per sposarne il fratello, Nathan. Egli è innamoratissimo della moglie, che si è sempre presentata come Lily Azerov, e dall’unione nasce una bambina, Ruth.
Lily, pochi mesi dopo il parto, improvvisamente abbandona la bambina, il marito, la casa… senza alcuna spiegazione.
Ruth cresce con l’affetto traboccante del padre, della nonna, degli zii ma consapevole dell’assenza della figura materna soprattutto perché, a partire dal suo sesto compleanno, ogni anno riceve una pietra da parte della madre.
Con il passare degli anni Ruth, adolescente poi giovane donna, desidera conoscere la storia di sua madre che, in realtà, non si chiamava Lily Azerov ma si era appropriata del nome e del destino di un’altra donna, come spesso accadeva alla fine del secondo conflitto mondiale a molti ebrei.
Ruth, una volta sposata e anche lei madre, non si accontenta di queste risposte e desidera cercare sua madre per vederla, per conoscerla, per capire.


Recensione
Sono tre i narratori della vicenda: la donna che si presenta come Lily, la figlia Ruth e la vera Lily di cui si sente la voce attraverso il suo diario che Ruth ritrova e legge.
I tre punti di vista spesso si intersecano in modo fluido e senza incoerenze, è però la prospettiva di Ruth quella prevalente e, nello stesso tempo,di raccordo tra le altre.
L’atmosfera del romanzo è sospesa, nell’attesa di uno svelamento che arriva, come è logico, solo alla conclusione e che è meno sensazionale di quanto ci si aspetterebbe.
Nonostante questo limite, è una storia che appassiona anche perché la scrittura, mentre manifesta sentimenti e stati d’animo, imprime un ritmo abbastanza dinamico alla narrazione, provocando attese e aspettative in chi legge.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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