Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Il cardellino
Autore: Tartt Donna
Editore: Rizzoli
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2014, Pagine: 892
Autore
D. Tartt è nata nel Mississippi e si è laureata al Bennington College: i suoi precedenti romanzi sono dei bestseller internazionali.
La storia
Appena tredicenne, Theodore Decker, a New York, sopravvive ad una tragica esperienza che lo priva di sua madre, una giovane donna affabile e generosa, unico punto di riferimento per Theo dopo la fuga del padre, alcolizzato e inaffidabile.
L’unico ricordo della madre e di quel terribile ultimo giorno trascorso insieme è un piccolo ma pregevole quadro di un autore olandese, "Il cardellino", che Theo conserva gelosamente con sé.
Il ragazzino si trova completamente solo ma viene accolto dalla ricca famiglia di un suo amico, Andy: i signori Barbour, sebbene un po’ freddi e aristocratici nei modi, si affezionano a lui e non gli fanno mancare nulla fino a quando, inspiegabilmente (almeno all’inizio) il padre di Theo torna da Las Vegas per portarlo con sè.
La permanenza a Las Vegas, durante la quale conosce Boris, adolescente problematico e abbandonato a se stesso ma sinceramente affezionato a Theo, è per il protagonista un periodo confuso, durante il quale si approccia con il mondo ma attraverso la trasgressione e il disordine: esperienze di droga, alcol, piccoli furti… nell’indifferenza del padre e della sua compagna, presi dal gioco d’azzardo e dal traffico di cocaina.
Successivamente, il ritorno a New York potrebbe offrire a Theo la possibilità di dare un senso alla sua vita grazie alla pazienza e alla generosità di Hobie, un antiquario che insegna al giovane i segreti del restauro e gli fa apprezzare e amare la bellezza e il fascino dell’antichità e dell’arte.
Nonostante l’affettuosa presenza di Hobie, più volte l’esistenza di Theo rischia di andare alla deriva e questo accadrà quando, scoperta la perdita del cardellino, unico frammento della sua infanzia perduta, si troverà coinvolto in losco e pericoloso giro di ladri di opere d’arte.
Recensione
Romanzo intenso e affascinante, colpisce fin dalle prime pagine per la scrittura diretta ma elegante e appassionata della scrittrice che, con un inconfondibile tratto, racconta il percorso umano del protagonista dall’Upper East Side di New York alla desolante periferia di Las Vegas, dall’ambiente senza tempo del laboratorio di restauro alle corse frenetiche lungo i canali di Amsterdam.
Al centro del romanzo e della vita di Theo un piccolo quadro, il cardellino, innocente e puro come quell’infanzia che gli è stata rubata, come l’amore della madre, troppo presto perduto, ed è proprio questa assenza che rende l’adolescente impreparato ad affrontare il mondo che, con i suoi pericoli ed i suoi rischi, rischia più volte di fagocitarlo, in quanto il giovane è incapace di atteggiamenti selettivi e scelte consapevoli.
E' un romanzo di forti sentimenti come l’amicizia e l’amore, è un romanzo della solitudine, ma anche romanzo di formazione, sebbene vissuto in modo particolare per l’incapacità del protagonista di accettare del tutto la condizione adulta, perché farlo significherebbe dire addio non solo all’infanzia ma al ricordo della madre.
Romanzo anche della bellezza e dell’arte perché forse solo queste potrebbero restituire un minimo di senso all’insensatezza e riportare l’ordine e l’armonia nel caos e nel frastuono del mondo.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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