Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Shantaram
Autore: Roberts Gregory David
Editore: Neri Pozza
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2015, Pagine: 1174
Autore
Gregory David Roberts, nome di nascita: Gregory John Peter Smith (Melbourne, giugno 1952), è uno scrittore australiano.
Recensione
Questo ampio e affascinante romanzo è la storia vera dell’autore: anche se, come lui stesso spiega in una sua intervista, alcuni passaggi sono romanzati, personaggi e situazioni fanno riferimento ad esperienze da lui vissute.
L’autore, dopo il fallimento del suo matrimonio, attraversa una profonda crisi in seguito alla quale cade nella spirale della droga: diventa in breve eroinomane e per procurarsi gli stupefacenti inizia a commettere rapine a mano armata.
Scoperto e arrestato, vene imprigionato in un carcere considerato di massima sicurezza ma da cui riesce ad evadere in modo decisamente avventuroso.
A questo punto è un uomo in fuga, ricercato dalla polizia australiana: nel desiderio di far perdere le sue tracce con un passaporto falso si trasferisce in India, a Bombay.
E’ da questo punto che inizia il romanzo perché le vicende precedenti sono narrate dall’autore stesso con dei flash back.
Sotto falso nome, si presenta come Mr. Lindsay, alloggia in un albergo ed inizia a conoscere la città che con i suoi sorrisi, i suoi contrasti, i suoi colori e i suoi profumi, gli entra subito nel cuore anche perchè ha come guida un giovane indiano, Prabaker, dal cuore grande e dal sorriso contagioso, che poi diventerà il miglior amico di mister Lindsay, anzi, ora Linbaba, come lo chiama Prabaker.
Dopo pochi giorni dal suo arrivo conosce anche Karla, originaria della Svizzera, una donna affascinante e per certi aspetti misteriosa della quale Lin si innamora perdutamente.
In seguito ad un furto, non potendo più pagare un albergo, viene ospitato con generosità e affetto da Prabaker nella sua baracca nello slum di Bombay dove Lin vive esperienze indimenticabili a contatto con un’umanità poverissima ma dignitosa, onesta, solidale e sempre sorridente.
Le sue sommarie conoscenze mediche sono provvidenziali per i poveri dello slum: Lin organizza un modesto ambulatorio offrendo il suo aiuto e guadagnandosi l’affetto e la stima incondizionata di tutti gli abitanti.
Altri incontri segnano svolte e cambiamenti nella sua vita, in particolare quello con Khaderbai, ricco e colto afghano, filosofo e malavitoso, il principale boss di Bombay ma con un suo codice morale, una sua spiritualità: Khader si affeziona a Lin, che ben presto considera l’uomo come un padre.
In seguito a questo legame non solo Lin diventa uno degli uomini di fiducia di Khader, occupandosi di documenti falsi, ma lo segue anche in Afghanistan durante il conflitto con gli invasori russi, poi in Pakistan…
Queste sono solo alcune delle vicende raccontate e solo alcuni dei personaggi presenti nel romanzo che è invece ricchissimo di incontri e avvenimenti sempre narrati con molta intensità e con una scrittura viva, partecipata, sincera: l’autore, senza timore, manifesta ad es. tutto il suo amore per Prabaker, per Karla, per Abdullah, che considera un fratello, ma anche la vergogna per le azioni immorali commesse, il pentimento e il senso di colpa per gli errori passati.
Lo sfondo su cui passioni, vendette, gesti eroici e crudeli si inseriscono è una città indiana, Bombay, per la quale è evidente l’amore e il trasporto dell’autore che pure ne vede con chiarezza contraddizioni e difficoltà.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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