Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: La casa segreta in fondo al bosco
Autore: Carlsson Christofer
Editore: Newton Compton
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 2011, Pagine: 326
Autore
C. Carlsson, nato nel 1986, vive a Stoccolma: esperto di criminologia, con il suo primo romanzo, “Lo strano caso di Stoccolma” ha riscosso grande successo di critica e di pubblico.
La storia
David, studente universitario a Stoccolma, ritorna per le vacanze estive nel suo paese, un piccolo centro dove ormai tutti si conoscono.
Il giovane riprende anche a frequentare i suoi amici di sempre, in particolare Lukas con cui condivide l’amicizia di una vita, ma anche i fratelli Julian e Justine, i quali chiaramente vivono un rapporto incestuoso, e Martin e Rickard, omosessuali .
Durante l’assenza di David, i giovani hanno individuato una casa abbandonata nel bosco che hanno scelto come loro rifugio e luogo d’incontro: David prova una strana inquietudine quando la vede, gli sembra minacciosa, pervasa da umori maligni, sussurrante…
La casa diventa anche il deposito degli oggetti che il gruppo, di cui ora anche David fa parte, ruba nelle case degli abitanti allo scopo di rivenderli nei mercati dell’usato: i giovani non hanno rispetto né dell’età né delle condizioni economiche dei loro concittadini, privandoli anche di oggetti che hanno più che altro valore affettivo, e la loro assenza di scrupoli e di morale giunge fino all’omicidio.
La polizia, allarmata da questa ondata di furti e dalla scomparsa di un uomo, nel corso delle indagini si avvicina alla verità ma, intanto, i giovani si trovano coinvolti in qualcosa di più grave e di più pericoloso di quanto avessero immaginato.
Recensione
Protagonisti del romanzo sono giovani di circa 20 anni in preda ad una specie di follia collettiva: non hanno valori né morale, sono indifferenti di fronte al male che commettono senza neanche essere capaci di distinguerlo e di riconoscerlo.
Il romanzo è quindi caratterizzata da un’atmosfera cupa e angosciante che, insieme ad un ritmo piuttosto lento, rende la lettura pesante e poco coinvolgente: più volte viene da domandarsi dove conduca il tutto ma senza grande curiosità.
I personaggi sono un po’ piatti, simili nell’indifferenza con cui affrontano le loro giornate e neanche l’epilogo finale presenta toni più commossi, anche l’autore sembra, in qualche modo, indifferente a quello che succede.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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