Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone
Autore: De Giovanni Maurizio
Editore: Einaudi
Argomento: Giallo
Anno: 2015, Pagine: 318
Autore
M. De Giovanni nasce nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Ha pubblicato un ciclo di romanzi gialli ispirati al commissario Ricciardi per i quali ha ottenuto diversi riconoscimenti.
La storia
Un neonato viene abbandonato vicino al commissariato di Pizzofalcone: è l’assistente capo Francesco Romano a trovarlo e quando prende in braccio questo cucciolo di uomo , il contatto con quella pelle rugosa e delicata travolge con infinita tenerezza il rude poliziotto, soprannominato Hulk per i suoi modi bruschi e a volte maneschi.
E’ una bambina di pochi giorni: subito ricoverata in ospedale, le sue condizioni si rivelano molto critiche e la piccola, al mondo da così poco, deve già lottare per sopravvivere.
Le indagini, guidate dal commissario Palma, prendono subito il via e grazie allo scrupolo della squadra e ad una serie di indizi viene individuata la madre della bimba ma, purtroppo, la donna è stata barbaramente uccisa poco dopo il parto.
A questo punto si indaga su un caso di omicidio: gli agenti del commissariato sono particolarmente attenti e coinvolti anche pensando alla neonata che sta lottando tra la vita e la morte.
Intanto l’agente Marco Aragona, che si sente un pò Serpico, svolge parallelamente, in va ufficiosa, anche un’altra indagine per conto di un bambino a cui, dice, hanno rapito il suo cucciolo, Artù, “il re dei cuccioli” secondo il suo padroncino.
Il fatto strano è che nel quartiere, come verifica l’agente, molti cuccioli sono misteriosamente scomparsi: appostamenti e ricerche presentano ad Aragona uno scenario terrificante ma, che si tratti di cuccioli di uomo o di animale, sempre cuccioli sono, creature indifese che per questo vanno protette ad ogni costo dall’avidità e dall’egoismo umano.
Recensione
Questo romanzo è l’ultimo, in ordine di pubblicazione, della serie “I bastardi di Pizzofalcone”: per la recensione si può fare riferimento agli altri romanzi, tutti recensiti in questo sito.
In particolare, questa è, secondo me, l’opera più bella della serie perché l’autore si accosta di più a quell’umanità dolente che caratterizza la serie del commissario Ricciardi.
Questa è una storia che entra dentro chi legge senza lasciarlo a lettura terminata, come dovrebbe essere per ogni romanzo di pregio.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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