Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Dio di illusioni
Autore: Tartt Donna
Editore: BUR
Argomento: Letteratura straniera
Anno: 1995, Pagine: 622
Autore
D. Tartt è nata nel Mississippi e si è laureata al Bennington College: i suoi precedenti romanzi sono dei bestseller internazionali.
La storia
Richard è un giovane studente californiano di modeste condizioni economiche: vive in una famiglia poco attenta alle sue esigenze e in un ambiente sociale piuttosto sonnolento.
Grazie ad una borsa di studio è ammesso in un raffinato college del Vermont, il college di Hampden, dove, interessato allo studio del greco, è ammesso alle lezioni di Julian, un insegnante affascinante per la sua cultura, brillante ed eccentrico, ma anche molto selettivo nella scelta degli studenti che possono essere ammessi alle sue lezioni, infatti, oltre a Richard, solo altri cinque giovani possono frequentarle.
Questi ragazzi, ricchi e viziati, vivono le lezioni di greco come un’esperienza non solo culturale ma, a tutti gli effetti di vita nel senso che, con la guida dell’insegnante, lontani dalla realtà, vivono in una dimensione illusoria a ricreare quel mondo lontano che stanno studiando, identificandosi in quei protagonisti del mondo antico: Richard si sente onorato e felice di appartenere al gruppo di cui assimila subito i modi di fare.
Le giornate, oltre alle lezioni di greco, trascorrono negli eccessi fino alla violenza e all'omicidio: a questo punto il mondo che avevano creato si frantuma e i loro comportamenti diventano sempre più autodistruttivi. Solo uno dei giovani, Henry, sembra aver conservato la sua forza granitica, quasi un eroe greco ed è lui che, mentre gli altri sono alla deriva, pianifica, progetta, consiglia…in realtà, paradossalmente, è proprio lui quello che, più degli altri, vive nell'illusione…
Recensione
Questo romanzo costituisce l’esordio dell’autrice de “Il cardellino” , pur manifestando una scrittura già matura con tratti che ricordano l’opera che l’ha resa più nota al grande pubblico.
Eccessi e trasgressioni (droghe, alcol, giochi erotici…) caratterizzano i personaggi in una progressiva spirale autodistruttiva in un’atmosfera cupa, angosciante fin dalle prime pagine: la tragedia si costruisce su se stessa, pagina dopo pagina fino allo scioglimento finale che rivela, tra l’altro, anche l'illusorietà dell'amicizia all'interno di questo gruppo.
La scrittura, secondo me, è molto originale, come nel Cardellino: infatti, sebbene le pagine diano spazio anche ad elementi introspettivi, il ritmo della narrazione riesce ugualmente ad essere incalzante ed il risultato è un romanzo originale e affascinante.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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