Autore della recensione: Francesca Manoni

Titolo: Un piccolo gesto crudele

Autore: George Elizabeth

Editore: Longanesi

Argomento: Giallo

Anno: 2013, Pagine: 709


Autore
E. George vive a Washington.
Autrice di molti romanzi gialli, ha conseguito diversi riconoscimenti letterari.


La storia
Il professor Azhar scopre che la sua compagna, Angelina, non solo lo ha lasciato ma ha portato con sé la loro figlia di 9 anni, Hadiyyah, affezionatissima al padre.
L’uomo, disperato, non ha idea di dove siano e chiede aiuto alla sua amica, il sergente investigativo Barbara Havers che però non può fare molto per lui dal momento che Azhar e Angelina non sono neanche sposati.
Barbara poi suggerisce all’amico di rivolgersi ad un investigatore privato che, più liberamente, potrebbe agire e fare indagini: in realtà anche questa soluzione non sembra portare risultati fino a quando la stessa Angelina, infuriata, ritorna a Londra accusando il compagno di aver rapito la figlia.
Infatti la donna si era trasferita a Lucca insieme al suo nuovo compagno ma una mattina come tante altre, durante una passeggiata in centro, la bimba è sparita.
A questo punto anche Azhar si trasferisce a Lucca per seguire le indagini e Scotland Yard invia come agente di collegamento l’ispettore Lynley, il superiore di Barbara che, preoccupata per l’amico e per la bimba, è invece costretta a rimanere a Londra.
Al rapimento della bambina si collegano poi altre vicende anche tragiche che coinvolgono non solo Hadiyyah e la sua famiglia ma anche la stessa Barbara che, mettendo a rischio la sua carriera e il suo lavoro, farà di tutto per aiutare i suoi amici.


Recensione
Movimentato, dal ritmo incalzante e con numerosi colpi di scena, il romanzo, anche se non strepitoso, è comunque coinvolgente e piacevole da leggere.
In particolare non può non piacere il personaggio di Barbara: un po’ goffa, a volte impacciata e disordinata, è comunque tenace e determinata nel suo sincero affetto per Azhar e la bimba.
Un po’ meno convincente e troppo costruito l’ispettore Lynley, il coprotagonista, prevedibile e inserito in schemi un po’ consumati.
Infine, curioso anche il modo in cui atteggiamenti e modi di fare tipicamente italiani vengano osservati e letti da osservatori stranieri.


Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati


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