Autore della recensione: Francesca Manoni
Titolo: Havana
Autore: Smith Martin Cruz
Editore: Mondadori
Argomento: Giallo
Anno: 1999, Pagine: 352
La storia
Nella baia dell’Avana, a Cuba, viene ritrovato il cadavere di un uomo: l’identificazione è difficile ma per le autorità cubane si tratta, senza dubbio, di un dipendente dell’ambasciata russa, Sergej Pribluda.
Assiste al ritrovamento anche Arkady Renko, un detective russo che, preoccupato per l’amico Sergej, si è recato all’Avana per indagare.
Renko non è sicuro che il cadavere sia quello di Pribluda e, in ogni caso, vorrebbe che venissero svolte indagini per capire le cause della morte che, secondo lui, troppo frettolosamente sono state definite naturali.
I rapporti tra Cuba e Russia stanno attraversando una fase delicata e difficile in quanto i russi sono ormai considerati ex alleati e da essi i cubani si sentono traditi, anche per questo diffuso atteggiamento Renko avverte molta diffidenza e ostilità nei suoi confronti.
Dopo aver subito addirittura attentati contro la sua persona, Renko decide di svolgere personalmente delle indagini, aiutato da una giovane detective della Policia Nacional che, superata l’ostilità iniziale, condivide i dubbi e le domande di Renko per rispondere alle quali i due si troveranno al centro di un intrigo molto più torbido di quanto pensassero.
Recensione
La narrazione è attenta al paesaggio lussureggiante dell’isola della quale vengono messi in luce i colori, i profumi, anche gli atteggiamenti degli uomini, tra fedeltà al Comandante, riti pagani e nascosto malcontento di alcuni.
La storia potrebbe anche essere avvincente ma procede con un tono così monocorde, con un ritmo così piatto da risultare spesso noiosa e poco avvincente: non c’è niente in questo romanzo che possa suscitare sentimenti, simpatia,non c’è niente che tenga con il fiato sospeso, insomma un giallo un po’ deludente.
Non presente nella biblioteca scolastica dell'IIS Cuppari Salvati
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